Il deplaquing è una nuova tecnica per decontaminare i denti dal biofilm
Consiste nell’utilizzare delle polveri sotto pressione controllata che distruggono il biofilm batterico
Il deplaquing è una nuova tecnica mini invasiva che permette di disgregare il biofilm presente nel cavo orale. Questo è un insieme di batteri che grazie ad una particolare pellicola aderiscono ai denti, sia a livello sopragengivale sia a livello sottogengivale (nelle tasche parodontali).
La presenza di questi batteri può causare danni ai denti e agli impianti, causando infiammazioni e lesioni cariose.
I pazienti che presentano tasche, gengiviti, impianti dentali, accumuli di placca e apparecchi ortodontici oppure che fumano sono esempi più comuni che possono trarre giovamento dal deplaquing.
In cosa consiste il deplaquing?
Attraverso un particolare dispositivo dotato di un ugello vengono erogate sotto pressione delle sottili polveri miste ad acqua che permettono di eliminare il biofilm batterico, distruggendolo.
Queste polveri disgregano la parte non ancora calcificata della placca, quindi ancora morbida. Non riescono ad eliminare quindi il tartaro, per il quale occorre una seduta di detartrasi, anche se possono decontaminarlo (cioè non rimuovono il tartaro ma distruggono il biofilm che vive sopra di esso).
Quali sono le polveri utilizzate?
Le polveri più utilizzate sono il bicarbonato, la glicina e l’eritritolo.
Il bicarbonato è utile per eliminare le macchie dei denti, ma è meno efficace nel rendere liscia la superficie dei denti.
È quindi indicato nei pazienti che presentano pigmentazioni sui denti, come i pazienti fumatori.
La glicina è indicata per distruggere il biofilm sopragengivale, in quanto presenta delle polveri più sottili che lasciano le superfici dei denti lisce e decontaminate.
L’eritritolo è spesso utilizzato sotto gengiva, nelle tasche parodontali, ed è indicato per decontaminare le zone più difficili da raggiungere.
Lo scopo del deplaquing è quello di riportare in salute i tessuti infiammati e di prevenire eventuali peggioramento nei pazienti a rischio.
È indicato,quindi, in molteplici casi: dal bambino con l’apparecchio ortodontico al paziente fumatore, dalla paziente in stato di gravidanza al paziente implantare.